CAOS PENSIONI. Si salvi chi può!

L’incertezza regna sovrana. Nessun servizio per conoscere l’emolumento reale del futuro assegno pensionabile. Notizie confuse che alimentano l’incertezza.

In una corsa il topolino rimane un topo sia che sopravviva sia che perisca (in a rate race a rat remains a rat whether it survive or perish)

*a cura del Segretario Generale del SILME

Si vociferano da giorni possibili cambiamenti normativi per l’accesso alla pensione dei militari italiani.

La fatidica soglia dei 58 anni e 35 di contributi sembrerebbe ormai destinata ad essere abolita e forse con lei anche l’ausiliaria così come siamo abituati a conoscerla.

Art. 992 (Dlgs 15 marzo 1990)
Collocamento in ausiliaria

  1. Il collocamento in ausiliaria del personale militare avviene esclusivamente a seguito di cessazione dal servizio per
    raggiungimento del limite di eta’ previsto per il grado rivestito o a domanda, ai sensi dell’articolo 909, comma 4.

Diciamo subito che nelle mille contraddizioni del sistema organizzativo, alcune possibilità come appunto l’ausiliaria, garantivano quel minimo di garanzia al raggiungimento del moltiplicatore, ovvero quel coefficiente utile a raggiungere quasi gli stessi livelli di chi non ha limiti anagrafici per il collocamento in quiescenza, il pubblico impiego e altre categorie ad esempio.

Altra storia il collocamento in ARQ (aspettativa riduzione quadri), riservata oggi esclusivamente al personale dirigente della categoria degli Ufficiali per ridurre i quadri in base alla tabella organica del personale predisposta con la legge 244/2007 così detta della spending review per la riduzione della spesa pubblica. In tali condizioni il personale percepisce il 95% di tutti gli emolumenti percepiti dal pari grado ancora in servizio attivo. Un bel regalo direi!

Art. 1821 (Dlgs 15 marzo 1990)
Trattamento economico al personale in aspettativa per riduzione dei quadri

  1. Al personale dirigente collocato in aspettativa per riduzione dei quadri ai sensi dell’articolo 909, competono, in aggiunta a qualsiasi beneficio spettante, gli assegni previsti nel tempo per i pari grado in servizio, ((comprensivi delle sole indennita’ fisse e continuative in godimento il giorno antecedente il collocamento in aspettativa in
    relazione al grado e alle funzioni dirigenziali espletate,)) nella misura del 95 per cento, oltre all’indennita’ integrativa speciale e all’assegno per nucleo familiare, in misura intera.
  2. Il trattamento economico di cui al comma 1 compete anche agli ufficiali richiamati ai sensi dell’articolo 909, comma 6.
    CAPO II -TRATTAMENTO ECONOMICO ACCESSORIO

I Decreti legislativi del 28 gennaio 2014 n. 7 e n. 8, hanno cercato di definire una struttura funzionale dell’organizzazione delle forze armate, sia per gli organici delle stesse, sia per l’aspetto finanziario; il risultato? Beh, se c’erano troppi ufficiali e bisognava ridurli, si sono aumentati e naturalmente adottando la ARQ e l’Ausiliaria per Te.Col. e Col., nonché generali, il nostro Parlamento gli ha fatto un regalo non da poco, praticamente 10 anni di pre-pensionamento, ma nessuno ne parla. E si, più facile colpire nel mucchio delle categorie sottufficiali e truppa. Una vecchia storia sempre attuale.

Ma il sistema genera mostri e non è affatto scontato che le “nuove generazioni” di ufficiali prossimi al raggiungimento dell’età pensionabile, possano continuare a beneficiare degli stessi benefici, pertanto prevedo una stagione di revisioni e aggiustamenti in corsa.

La discussione sulle pensioni che si sta affacciando in modo violento in questi giorni, ci trovano impreparati e sgomenti sia per le dichiarazioni che vengono espresse da alcune testate giornalistiche, sia per il silenzio assordante dei vertici di forza armata e per una assenza totale del COCER Interforze, che questa politica e il Ministro della Difesa e corollario, vogliono tenere in vita nonostante la Corte Costituzionale abbia già da tre anni definito l’ambito di competenza dei nuovi sindacati militari al pari dello stesso COCER, ma non vengono né interpellati né presi in considerazione nemmeno sugli aspetti meramente rappresentativi.

C’è di più, si affacciano provvedimenti strani all’orizzonte, il trattenimento in servizio oltre il limite di età di un delegato COCER e si sa, se può essere trattenuto lui, possono essere trattenuti tutti; praticamente l’effetto collaterale di una ambizione di onnipotenza e presenza a decidere la vita degli altri quando tu non ve farai più parte per i prossimi anni della tua vita.

Per concludere questa breve riflessione, va detto che nessun ufficio amministrativo delle forze armate (per l’Esercito posso garantire) è in grado di farti un conteggio abbastanza preciso sull’ammontare dell’assegno pensionabile qualora si decidesse di andare in pensione nella posizione di riserva senza usufruire né della ausiliaria né della ARQ.

Ma la domanda sorge spontanea, ci stanno dicendo che dobbiamo uniformare il sistema pensionistico dei militari a quello europeo, bene, bravi bis! Quindi anche gli stipendi o quelli no?

E il COCER che fa, trattiene in servizio un delegato per continuare a non fare assolutamente niente? O forse serve al sistema? E gli altri Coceristi avvallano? Supportano? Creano il precedente del trattenimento in servizio?

Se un delegato che dovrebbe rappresentare l’intera categoria di appartenenza chiede di lavorare oltre il limite previsto, allora vuol dire che si, effettivamente si può alzare il limite di età per il servizio.

Ma per quelli che chiedono il trattenimento oltre il limite più che trattenerli, dovrebbero ricoverarli.

*Giuseppe Pesciaioli

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