UNA “VITA” DA GRADUATI

Parte prima a cura di Gennarino Frega

Esercito Italiano oggi: condizioni di lavoro e di vita dei militari”

Nel corso degli ultimi anni sono stati fatti “passi in avanti” per quanto riguarda il miglioramento delle condizioni di lavoro dei militari dell’Esercito, ma c’è ancora tanta strada da fare per arrivare ad una piena tutela dei diritti di questi lavoratori in uniforme.

Le tappe fondamentali nella professionalizzazione delle forze armate sono state:

  • l’introduzione dei “volontari in servizio permanente” (VSP), un ruolo istituito con decreto legislativo del 12 maggio 1995 n. 196, che costituisce la categoria dei “graduati di truppa”, una categoria intermedia tra i militari di truppa (VFP1 e VFP4) ed i sottufficiali (sergenti e marescialli);
  • l’introduzione dei “volontari in ferma prefissata di 1 anno” (VFP1), figura istituita dalla legge 23 agosto 2004 n.226 (la cosiddetta “legge Martino”, dal nome del Ministro della Difesa, Antonio Martino); questa legge venne poi abolita dal Decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, contenente il “codice dell’ordinamento militare”, il quale è stato implementato attraverso un regolamento di attuazione, emanato con il decreto del Presidente della Repubblica del 15 marzo 2010 n. 90 (il cosiddetto “Testo unico” delle disposizioni regolamentari in materia di ordinamento militare);
  • l’introduzione contestuale dei “volontari in ferma prefissata di 4 anni” (VFP4), militari di truppa provenienti dai ruoli VFP1;
  • la sospensione della leva obbligatoria, in applicazione del decreto-legge 30/06/2005 n.115

Nonostante la “sospensione della leva obbligatoria” abbia rivoluzionato la visione stessa della “carriera militare”, non più vista come una “costrizione” ma come una “scelta lavorativa professionale” quindi frutto di una scelta consapevole, all’interno dell’istituzione “Esercito” permangono retaggi culturali legati al passato che rendono tutt’ora anacronistiche certe dinamiche interne ai rapporti gerarchici tra militari.

Non mancano all’interno dell’Esercito atteggiamenti di tipo “paternalistico” da parte di alcuni superiori, ma non si può certo dare loro torto, in quanto di fatto il benessere del personale (alle proprie dipendenze) può essere fortemente condizionato dalla benevolenza o dalla mancanza di benevolenza del proprio comandante, il quale spesso, per “gentile concessione”, può rendere, con decisioni di natura “discrezionale”, più o meno vivibile e accettabile la condizione lavorativa.

Detto in parole povere, le norme che disciplinano il rapporto di lavoro all’interno dell’istituzione militare, sono costruite in modo tale da porre il datore di lavoro in una situazione di assoluto vantaggio dal punto di vista del “potere contrattuale”; dunque il datore di lavoro ha sempre il “coltello dalla parte del manico”, ovvero ha una posizione di superiorità tale da porre il militare in una condizione di oggettiva subalternità.

Questo si riverbera anche sulla compilazione dei giudizi periodici (le cosiddette note caratteristiche), sulla concessione di provvedimenti premiali (come “elogi” ed “encomi”) e anche quando vengono inflitte sanzioni disciplinari, le quali possono pregiudicare il futuro lavorativo del personale.

Questo meccanismo pone il problema delle “tutele”. Se il militare vuole contestare una sanzione disciplinare non può rivolgersi al “giudice del lavoro” (giustizia ordinaria, come un normale cittadino) ma deve rivolgersi alla giustizia amministrativa (Tar, Consiglio di Stato), spesso attraverso un legale, il tutto a proprie spese. Di fatto, il dover affrontare queste spese senza nessuna garanzia di vittoria, il più delle volte scoraggia queste iniziative, non garantendo di fatto il “diritto alla difesa”.

Esiste un solo bene, la conoscenza, ed un solo male, l’ignoranza”. (Socrate)

continua….

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi